Nuovo regime fiscale per gli ETS

Nella comfort letter dell’8 marzo inviata dalla Direzione Generale Concorrenza della Commissione europea al Ministero del Lavoro e Politiche sociali si fa il punto delle nuove misure fiscali introdotte dalla riforma del Terzo Settore che entreranno in vigore a partire dal 1° gennaio 2026. 

Anzitutto, è prevista una nuova definizione della natura commerciale e non commerciale degli enti, con espresso riferimento all’art. 79 del CTS, venendo meno l’applicazione delle norme del Testo unico delle imposte sui redditi. In buona sostanza, non si applicherà alcuna forma di imposizione diretta agli enti che svolgono attività d’interesse generale dietro corrispettivo, per cui si realizza eventualmente un utile che non ecceda il 6 % annuo, poiché attività non commerciale. Una simile previsione costituisce un favor per gli enti del Terzo Settore, i quali, tramite un limitato avanzo di gestione, potranno meglio attuare i relativi progetti d’interesse sociale.

Con riferimento alle imprese sociali, l’entrata in vigore dell’art. 18 del CTS consentirà alle stesse di godere di specifiche agevolazioni sociali, quali la defiscalizzazione degli utili destinati ad attività statutarie o all’incremento del patrimonio, laddove siano iscritti a riserva.

Vengono, inoltre, introdotti nuovi regimi forfettari dagli artt. 80 e 86 del CTS rivolti rispettivamente agli enti del terzo settore non commerciali e alle Organizzazioni di Volontariato e le Associazioni di Promozione Sociale con entrate inferiori a 130.000 euro. In particolare, si riserverà a quest’ultime la possibilità di godere di misure agevolate tanto ai fini Iva quanto ai fini delle imposte dirette. 

Di particolare importanza è quanto previsto per le Onlus, il cui anagrafe cesserà di esistere a partire dal 2026. Conseguentemente, tali organizzazioni saranno chiamate ad iscriversi al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore entro il 31 marzo 2026, pena l’obbligo di devoluzione del patrimonio ad altra Onlus. Esse dovranno, dunque, valutare quale veste formale, tra l’ente del terzo settore e l’impresa sociale, sia maggiormente conforme alle proprie attività. 

Fonte: https://www.vita.it/bruxelles-da-il-via-libera-alle-misure-fiscali-per-il-terzo-settore-e-leconomia-sociale-una-svolta-normativa-e-culturale/

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