Il Piano d’azione nazionale dell’economia sociale

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze il 17 ottobre 2025 ha presentato il Piano d’azione nazionale dell’economia sociale che, in risposta alla Raccomandazione del Consiglio europeo del 27 novembre 2023, mira a favorire lo sviluppo dell’economia sociale, fornendo un quadro di riferimento e un insieme di linee guida per il territorio nazionale. Tale lavoro di sistematizzazione consente di delineare i confini dell’economia sociale: vengono chiarite le forme giuridiche degli enti che ne fanno parte, le attività che essi svolgono e i principi che orientano la loro azione. Si individuano, in particolare, i tratti distintivi delle organizzazioni attive in tale settore: “il primato delle persone e delle finalità sociali o ambientali” rispetto alla logica del profitto; l’impegno a reinvestire gli utili in iniziative di interesse generale o collettivo; l’adozione di modelli di governance democratica o partecipativa. Tali “entità di diritto privato” acquisiscono il diritto di accedere a strumenti di sostegno dedicati, a specifiche agevolazioni fiscali e a politiche pubbliche mirate. Un elemento particolarmente rilevante è l’attenzione dedicata agli strumenti finanziari, considerati una leva decisiva per uno sviluppo duraturo. Le organizzazioni dell’economia sociale rivendicano da tempo un accesso più ampio e mirato a tali strumenti, necessari per il pieno riconoscimento del loro operato nell’erogazione di servizi di utilità generale. Su questo fronte, il Piano richiama l’esigenza di valorizzarne le specificità, potenziando il ricorso ai Servizi di Interesse Economico Generale ed introducendo nuove misure di sostegno compatibili con il Regolamento GBER. Il Piano assume, inoltre, una funzione formativa, prevedendo l’integrazione dei temi dell’economia sociale nei percorsi scolastici, universitari e professionali. Ciò muove dalla consapevolezza che la conoscenza di questo settore sia ancora limitata e dall’esigenza di valorizzare il contributo degli enti dell’economia sociale al benessere collettivo. Il documento affronta anche il tema della governance istituzionale, proponendo l’istituzione, presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, di una struttura amministrativa dedicata al monitoraggio e all’attuazione del Piano, così da assicurare un coordinamento delle policy europee, nazionali e locali. Viene ribadita l’importanza dell’amministrazione condivisa, quale strumento per favorire co-programmazione e co-progettazione tra settore pubblico ed enti privati. Si individuano, inoltre, gli ambiti in cui l’economia sociale offre un contributo significativo alla crescita economica e sociale del Paese, come la transizione ecologica e la rigenerazione urbana, sostenendo iniziative di housing sociale e di recupero del patrimonio immobiliare inutilizzato. Infine, il Piano sostiene la creazione di nuove forme di collaborazione tra il settore pubblico, il terzo settore e le imprese private, sulla scia di quanto già avviene con le pratiche di welfare aziendale diffuse soprattutto nelle grandi realtà produttive.

Fonte: https://www.secondowelfare.it/privati/che-cosa-prevede-il-piano-dazione-per-leconomia-sociale-dellitalia/

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