
L’incontro di oggi, mercoledì 11 dicembre, si è svolto presso il Dipartimento di Giurisprudenza ed è stato incentrato sul tema dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA) per il bene comune. A intervenire sono stati don Fabio Vincenzo Nieddu, la professoressa Ludovica Decimo, docente di Diritto Canonico, e il dottor Federico Gravino, esperto di Diritto Canonico presso la Facoltà di Giurisprudenza di Firenze
La professoressa Decimo ha aperto i lavori analizzando il crescente utilizzo dell’IA in diversi ambiti, incluso quello religioso, con particolare attenzione alla possibilità che essa contribuisca alla creazione di nuovi culti
A seguire, il dottor Gravino ha approfondito il tema dal punto di vista giuridico, ponendo l’accento sulla posizione della Chiesa e sull’importanza dell’AI Act (Regolamento UE 2024/1689), una norma self-executing applicabile a tutti gli Stati membri. Il regolamento mira a creare una normativa armonizzata sull’uso dell’IA, promuovendone un’eticizzazione che garantisca la tutela dei diritti fondamentali dell’uomo, delle minoranze e della libertà religiosa. Gravino ha evidenziato inoltre l’apertura della Chiesa verso l’IA, testimoniata dal documento Rome Call for AI Ethics e dagli interventi di Papa Francesco, che sottolineano l’importanza di un utilizzo dell’intelligenza artificiale nel rispetto della dignità umana, fondata sul principio che “tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali”
Don Fabio ha concluso gli interventi affrontando il tema della natura umana in relazione all’intelligenza artificiale. Citando Heidegger, ha sottolineato che l’essere umano si definisce attraverso le sue scelte e la sua capacità di prendere posizione. La sua riflessione si è concentrata sul concetto di “frontiera”, inteso come confine tra l’essere umano e un’IA sempre più eticizzata. Può l’IA sostituirsi all’uomo? Don Fabio ha ribadito che la persona, unica nella sua dimensione corporea ed emotiva, possiede una morale che non può essere replicata da un’intelligenza artificiale, per quanto sofisticata
L’incontro si è concluso con un esperimento interattivo che ha coinvolto studenti e partecipanti. L’obiettivo era valutare come le intelligenze artificiali, in particolare ChatGPT, affrontano questioni etiche. È emerso che, anche quando sollecitata a prendere decisioni nette su argomenti complessi, l’IA tende a mantenere una posizione neutrale, lasciando all’uomo la responsabilità delle proprie scelte
Un confronto stimolante, dunque, che ha esplorato il rapporto tra innovazione tecnologica, diritto e valori etici, aprendo nuove prospettive sul ruolo dell’IA nella società e nella Chiesa.