Il 26 novembre 2025 si è svolto presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II il convegno “Il patrimonio culturale di interesse religioso tra tradizione e innovazione: prospettive interdisciplinari e ruolo degli osservatori” nell’ambito del PRIN 2022 “CHECK OUT- Cultural heritage and educating communities. Training competences and professionalism for a new urban welfare”. La giornata è stata dedicata all’approfondimento del patrimonio culturale di interesse religioso in chiave interdisciplinare, con il contributo del mondo accademico ed ecclesiale, ma anche del Reparto operativo dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. Sono state, infatti, tracciate le “Linee guida per la tutela dei beni culturali ecclesiastici”, realizzate dal Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale in collaborazione con l’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della CEI. Il documento include l’analisi di una serie di aspetti centrali, tra cui la catalogazione dei beni culturali ecclesiastici, la valutazione e riduzione del rischio di furto, la vigilanza nelle chiese, la verifica del deflusso dei fedeli e la tutela dei beni pregevoli facilmente asportabili (Colonnello Paolo Befera). Il patrimonio religioso è stato individuato come uno spazio di cura, in quanto permette di affrontare l’universalità del vivere ed è capace di offrire un linguaggio accessibile anche in contesti multiculturali. Esso è stato letto pedagogicamente come un dispositivo trasformativo, posto che l’arte e la cultura possono attivare processi di crescita, agency e consapevolezza (Prof.ssa Maria Rita Mancaniello). Il patrimonio vive sulla soglia tra esperienza di fede e comunione estetica, in una tensione costante tra tradizione e innovazione, tra culto e cultura, indirizzata alla comunità credente e alla società civile. Da un diverso punto di vista, si è rilevato che l’arte e la teologia non siano due materie giustapposte, posto che la teologia necessita dell’arte per dare forma sensibile al mistero (Prof.ssa Giuliana Albano). Secondo una prospettiva ecclesiasticista, è stata evidenziata la problematicità della connotazione religiosa del bene culturale di interesse religioso. Il bene culturale diventa il tramite per l’affermazione di una identità universale, che vive delle identità locali e delle differenze (Prof. Giuseppe D’Angelo). Con riferimento al patrimonio culturale immateriale, è stato analizzato sotto un profilo giuridico il fenomeno storico della stregoneria, noto nella provincia di Benevento, nell’ambito del Laboratorio di ricerca e di documentazione su tradizioni folkloriche e fenomeno storico della stregoneria. Esso trova una maggiore tutela nella dimensione di comunità patrimoniale introdotta dalla Convenzione di Faro del 2005 (Prof. Paolo Palumbo). È stata, poi, rilevata una delle criticità della disciplina in materia di fruizione dei beni culturali di interesse religioso, quale la previsione di norme di tutela conservativa, il che pare discostarsi dalla ratio dell’art. 9 Cost. È stato, dunque, osservato che gli strumenti di tutela (come autorizzazioni, licenze, controlli, custodie) dovrebbero essere semplificati per giungere alla tutela dinamica del patrimonio religioso (Prof. Antonio Fuccillo).
Report “Il patrimonio culturale di interesse religioso tra tradizione e innovazione: prospettive interdisciplinari e ruolo degli osservatori”
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