Il 21 novembre 2025 si è svolta presso l’Università Giustino Fortunato la XI Giornata di Studi Beneventana “Il Processo canonico di nullità del matrimonio. Bilanci e prospettive a dieci anni dalla riforma”. L’evento ha rappresentato un’importante occasione di approfondimento della riforma del processo di nullità del matrimonio avutasi con il Motu proprio “Mitis Iudex Dominus Iesus” del 2015. È stata, in particolare, ripercorsa la modifica del sistema matrimoniale canonico in ambito sostanziale e processuale a cui ha preso parte il Dicastero per i Testi Legislativi (S.E. Mons. Juan Ignacio Arrieta). Posto che tra gli obiettivi della riforma si inserisce la prossimità dei tribunali ai fedeli, si è ritenuto che essa possa essere meglio garantita tramite la personalizzazione degli interrogatori, la ricognitio peritiae e la comprensibilità delle sentenze, a che le parti di diritto e in fatto siano fra loro coordinate (Prof. Paolo Bianchi). I tempi processuali costituiscono con evidenza uno degli elementi di criticità del processo canonico, anche del processo brevior, emergendo la costante esigenza di un’auspicata celerità processuale (Prof. Fabiano Di Prima). In tali termini, è stato osservato che non è il doppio grado di giudizio a provocare un dispendio di tempo, ma il modo in cui il giudizio è condotto, evidenziando la scarsa preparazione canonistica di taluni operatori (Prof. Luigi Sabbarese). Si è posta attenzione ai tribunali interdiocesani, la cui diffusione è motivata proprio dall’esigenza di sopperire alla scarsità di personale adeguatamente preparato in grado di contenere ragionevolmente i tempi processuali. Inoltre, è di notevole pregnanza una metodologia sinodale che informi il processo e ancor prima le strutture giudiziarie ove il processo si svolge (Prof. Manuel Ganarin). È stato approfondito l’istituto della conciliazione, che non costituisce un mero compromesso formale, ma una concreta riappacificazione delle parti. Essa richiede un cambio di mentalità nella gestione delle controversie, a che possa realizzarsi, tramite un dialogo sincero, la ricerca di un’equa soluzione per le esigenze di tutte le parti (Prof.ssa Ilaria Zuanazzi). Sono state, poi, individuate due distinte connotazioni della comunione: l’una relativa alla giustizia nella Chiesa, come etica dell’esercizio del potere di giudicare e come dovere che le deriva dalla sua natura divina, l’altra come fondamento della giustizia della Chiesa, che spiega come la giustizia sia parte integrante della sua azione e del suo essere profondo (Prof. Patrick Valdrini). Con riferimento al diritto di difesa, esso non appare come un mero presidio tecnico procedurale, bensì come la traduzione giuridica della dignità personale del fedele e come la dimensione partecipativa della missione della Chiesa. La difesa, inoltre, non è solo un diritto soggettivo nel processo canonico, ma è un elemento costitutivo della verità processuale (Prof. Mario Ferrante). Il rispetto del diritto di difesa, uno dei nodi concernenti il riconoscimento nell’ordinamento italiano delle sentenze ecclesiastiche di nullità matrimoniale, è stato analizzato attraverso le indicazioni della giurisprudenza in materia. È stato osservato come la giurisprudenza della Cassazione svolga un ruolo di primo piano, contribuendo alla rilettura e alla riscrittura del testo normativo (Prof. Michele Madonna). Da un diverso punto di vista, è stata trattata la disparitas cultus, rilevando come i matrimoni misti siano cause che richiedono una speciale sollecitudine pastorale. Nella comunione fra mondi diversi, il vescovo esercita la sua funzione più alta, essere pastore delle coscienze e non solo giudice delle cause (Prof. Vincenzo Pacillo).
Report “Il processo canonico di nullità del matrimonio. Bilanci e prospettive a dieci anni dalla riforma”
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