Report Convegno EuARe 2025 “Religion and Socio-Cultural Transformation: European Perspectives and Beyond”

Il 10 luglio 2025, in occasione dell’ottava conferenza annuale dell’European Academy of Religion svoltasi presso l’Università di Vienna, si è tenuto il panel “Economics of religion vs. economics as religion” presieduto e coordinato dal Professore Antonio Fuccillo, direttore dell’OEPO.

Sono intervenute le Professoresse Livia Saporito e Veronica Caporrino (Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”), le quali hanno analizzato la relazione tra l’economia e l’etica, approfondendo il sistema del Terzo Settore all’interno dell’ordinamento giuridico italiano. In particolare, è stato evidenziato che gli ETS, tra cui le organizzazioni di volontariato, costituiscono la perfetta collaborazione tra Stato e Chiesa nel perseguimento degli obiettivi solidaristici e caritatevoli. Si è, poi, dato uno sguardo ai diversi sistemi giuridici, anche previgenti, tra cui l’Impero Ottomano, entro il quale le attività con scopi idealistici dettate dalla Sharia e connotate da benevolenza e generosità altro non rappresentavano che un’obbligazione morale-religiosa. Un riferimento fondamentale è stato quello della Zakat,corrispondente ad un’offerta espiatoria a cui il fedele musulmano è tenuto nell’ottica di attuare il principio di giustizia distributiva della ricchezza.  

A seguire, i Professori Francesco Sorvillo e Miriam Abu Salem (Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”), hanno indagato il caso dei “waste pickers” – quali lavoratori indipendenti impegnati nella raccolta, separazione e rivendita di materiali desinati al riciclo o al riutilizzo – per porre al centro del dibattito la necessità di osservare i principi di dignità e di solidarietà dell’uomo. Sono stati ripercorsi, pertanto, i riferimenti normativi dei principi di cui sopra, tra cui il canone 208 del Codice di diritto canonico, che introduce il principio di uguaglianza di dignità e di azione dei fedeli, puntualizzando che la dignità umana non si circoscrive al solo fedele, ma si estende ad ogni essere umano in quanto diritto inviolabile, universale e per cui supremo, come indicato dagli insegnamenti del Concilio Ecumenico Vaticano II, nella Costituzione pastorale Gaudium et Spes, ai nn. 12 ss. Con riferimento al diritto islamico, la dignità della persona umana e la solidarietà assumono un ruolo centrale nell’orientare la visione dell’uomo e dell’ordine giuridico. Sono, difatti, recepiti dall’art. 25 della Costituzione tunisina, dagli artt. 8 e 51 della Costituzione egiziana del 2014 e dall’art. 31 della Costituzione del Marocco.

Sono poi intervenuti il Dott. Federico Gravino (Università di Firenze) e il Dott. Antonio Tipaldi (Università di Salerno), i quali hanno approfondito il servizio della carità, come fulcro della finanza vaticana, di cui la centralità della persona, il raggiungimento dello sviluppo umano integrale e l’inclusività ne costituiscono le peculiarità essenziali. È stato evidenziato che tale sistema finanziario debba essere informato ai principi di cooperazione, partecipazione e trasparenza, su cui, peraltro, è intervenuto il magistero di Papa Francesco. Inoltre, si è rammentato del rapporto che la finanza vaticana intrattiene con il sistema civile, il che pone problemi di coesistenza tra norme, principi e pratiche, in particolare nei casi in cui le regole vaticane costituiscono espressione di un volere statale autonomo, oltre che essere espressive di una certa religiosità. 

Da ultimo, la Professoressa Ludovica Decimo (Università degli Studi di Sassari) e la Dott.ssa Rogeria Azevedo (Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”), hanno analizzato il ruolo che le organizzazioni religiose assolvono nel sistema di welfare, sia in Italia che in Brasile. Esse operano in molteplici settori, come accoglienza ai migranti, assistenza ai senzatetto, educazione e sostegno alimentare. In Europa, il quadro giuridico include collaborazioni con il Terzo Settore e fondi UE, mentre in Brasile l’azione religiosa spesso compensa carenze statali, con modelli ibridi e leadership carismatiche. Le sfide comuni includono trasparenza, rischi di proselitismo e conflitti con diritti civili, ma i punti di forza sono la rapidità di intervento e la fiducia comunitaria. Per il futuro, si propongono alleanze strategiche, formazione per volontari e osservatori per monitorare le best practices, puntando su un welfare ibrido e collaborativo.

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